A PROPOSITO DI “C'E CRISI O SEI IN CRISI?” - Marcello D'onofrio
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A PROPOSITO DI “C’E CRISI O SEI IN CRISI?”

A PROPOSITO DI “C’E CRISI O SEI IN CRISI?”

A proposito di “Ce crisi o sei in crisi?” e che la vera crisi non sta nel mercato, ma nella cultura aziendale, in una recente intevista Joey Reiman, fondatore del gruppo americano Brighthouse, oggi partner di Boston consulting group e guru del marketing del «Purpose», dice: «Care aziende, datevi uno scopo, con il dove e il come non si cresce. Chiedersi ‘‘perché si fa qualcosa’’ e ascoltare cosa necessita davvero il mercato è la chiave per crescere e avere successo».

Joey Reiman parla davanti a 100 studenti e dice ancora: «Sono uno storyteller, la maggior parte di noi lo è. Per me tutto è cominciato con Fellini: ero studente, candidato a diventare controvoglia avvocato. Mandai uno script a lui e a Truffaut: mi convocarono a Cinecittà, facevo i cappuccini alla troupe, poi un incidente che mi ha cambiato la vita (ripreso anche dai Paparazzi e proiettato in sala, ndr). Una volta recuperato il braccio, ho preso la decisione di darmi all’advertising, un mestiere  non così nobile all’inizio. Fino alla fondazione di Brighthouse, con una convinzione: i sogni essendo veri, sono realizzabili e per questo profittevoli anche da chi fa business».

Trasformare in fatturato gli scopi che un’azienda si pone, è come aprire una scatola dove sopra c’è il prezzo e la direzione, lo scopo, è dove sto andando. Joey racconta ancora: «Ecco perché in Brighthouse siamo passati dal ‘‘business come vita’’ al ‘‘business della vita’’. Quando parlo ai manager, e domani incontrerò i ceo di qualche azienda italiana, dico spesso loro che hanno due occhi, uno per concentrarsi sul prossimo trimestre, l’altro e più importante sul prossimo quarto di secolo».

C’è un’altra faccia della medaglia che svela il fondatore di Brighthouse: «Nelle aziende spesso ci si pone pochi perché».

E arriva l’esilarante racconto con ancora una volta protagonista Reiman: «Mi mettono lo speech in fondo alla presentazione del ceo, comincio a parlare dopo che l’addetto mi fa presente che in azienda mal sopportano gli interventi esterni: inizio a parlare e al mio ‘‘buongiorno’’ ancora più gente lascia la sala. Alloro pongo due domande: la prima è se qualcuno sa come l’azienda ha cominciato a fare business e tra gli unici rimasti si levano mani e a voce alta dicono ‘‘soap and candles’’. Ma è quando lancio il secondo interrogativo, invitando chi sta uscendo a restare nella sala che cala il gelo. Riguardava il ‘‘perché’’ avessero cominciato così in P&G. Glielo raccontai io: per amore. William Procter e James Gamble sposarono due gemelle e convinsero il suocero a entrare nel business dopo aver emozionato l’intera famiglia. Una commozione legata al fatto che il loro core, ovvero sapone e candele erano i due ingredienti per portare igiene e luce in un paese dove la diarrea uccideva tanto quanto la guerra civile e c’erano le tenebre».

 

E qui sta la summa di Reiman: «Solo rispondendo alle esigenze del mercato talento e business si incontrano».

 

Ancora una vera testimonianza della giusta cultura aziendale.

 

Cari imprenditori, non piangetevi addosso con la solita frase “C’è crisi!!!”, la vera crisi sta in voi e nella vostra cultura aziendale.

 

Fatevi bene i conti!!!

Datevi uno scopo, con il dove e il come non si cresce.

 

(Foto: http://thinkbrighthouse.com)